giovedì 17 dicembre 2009

Selvaggio

Almeno una cosa mi sia riconosciuta. Il mio fascino.

Ancora intatto, ancora lì. Ancora sharmeggiante. Quando la faccia si tira in un sorriso, le donne si sciolgono. Vero anche che, da una stronza a 'sta parte, ho abbassato il target.

Parlando bene, scopo lo scopabile. Senza velleità, giusto per sentirmi vivo, solo per non perdere l'abitudine, tanto per tenermi in allenamento. Fondamentalmente perché mi piace. Lo so fare bene, me ne vanto, ma sebbene sembri una sboronaggine, potrei fornirvi la lista delle soddisfatte.

Ma non concedo mai il bis.

È un marchio di fabbrica ormai.

Credo che una volta sia più che sufficiente, anzi, una sola volta è perfetta. Dai il meglio di te sapendo di non avere scusanti o giustificazioni, non ci sono appelli. Ti giochi il tutto per tutto, e quando lasci il letto, e lo lasci il più frettolosamente possibile, sai che lascerai dietro di te un gran bel ricordo, una gran bella scopata.

Perché alla fine il sesso si concentra tutto lì, nell'atto.

Che poi, se c'è il bis, scattano altre molle. Dalle quali è meglio che stia molto distante, per il bene di tutti.


venerdì 30 ottobre 2009

Notti brave

Le mie ultime settimane, nel complesso, sono un susseguirsi indistinto e sempre uguale, un copione già mille volte letto ed interpretato, con poche possibilità di variazioni sul tema.

Al massimo, qualche divagazione, così, tanto per.

Giacché la teoria del “chiodo scaccia chiodo” ha una certa dose di fascino, in quel marasma masochista ed autolesivo del poi, ci si butta a capofitto negli hobby, nei passatempi, nelle cose che maggiormente ci hanno dato soddisfazione nella vita.

Che, nel mio caso, non è stata poi così lunga e densa di esperienze fortificanti.

Ed allora vai, di festa! È una china semplice da imboccare, e la velocità che si acquista è miracolosamente elevata già alle prime battute. Che poi il tonfo, alla fine, sia altrettanto veloce ed, ahimè, doloroso, è un'altra cosa. Quando il viaggio notturno inizia, c'è sempre una scusa buona per procrastinare il pensiero del poi. Lasciamo i postumi ai postumi, parafrasando qualcuno.

Nelle intenzioni iniziali, tra l'altro, non c'è mai la piena consapevolezza di dove si andrà a parare, anche se si va a parare sempre, ed irrimediabilmente, nei soliti paraggi di nausee e cerchi alla testa ed occhi iniettati.

Ho sempre la ferma intenzione di non esagerare, di ascoltare la vocina che, sempre meno spesso a dir la verità, mi avverte che sto passando il limite, che poi pagherò il conto, e salato per giunta, il giorno seguente, quando non ci saranno più i colori ed i suoni e l'euforia a farmi volare distante dal piatto grigiore. Ma poi, non lo faccio.

Giù di bicchieri, di figure di merda, di vomitini lasciati qua e là. Gran belle notti brave.

Foto: erix!

sabato 20 settembre 2008

Alessandra

Di lei tutto l'appartamento mi parla, mi canta, mi sussurra.

Ogni volta che giro l'occhio, incrocio un dettaglio o mi soffermo in un angolo con lo sguardo, rivedo tante piccole istantanee di noi due. Innamorati e flici. Molto felici.

L'appartamento stesso è pregno di noi: scelto assieme, arredato secondo i gusti più suoi che miei, fortunatamente l'ho pagato io. O sfortunatamente, fate un po' voi. E' un freddo tempio a memoria del passato.

Per non parlare delle foto, dei messaggini sul cellulare, degli appunti che mi ha sparso di qua e di là.

Dovrei prendere tutta la sua roba, metterla dentro ad uno scatolone e buttarla via. O meglio ancora, bruciarla. Sarebbe ancora più simbolico, no?

Fattostà che così non posso andare avanti. Assolutamente.

Ma, se poi torna? Sì, perché anche sono sei mesi che mi ha mollato, io sento che tornerà. Lo sento dentro. Deve tornare.

Alessandra...

Ricordo ancora com'è cominciata, sei anni fa.

Io ero ancora impelagato con l'università, prima che mi risolvessi a mollare tutto quanto, e lei era ancora un giovane virgulto, una ragazzina appena diplomata che si stava affacciando curiosa al mondo dei "grandi".

Dio, com'era bella... I suoi capelli rossi, mossi, e le sue lentiggini sparse sul viso... Una dea...

Dove cazzo son finite le sigarette?

Foto: ho visto nina volare

giovedì 10 aprile 2008

Presentazioni

Che sbadato. Mi devo ancora presentare. Tanto piacere.

Sono Carlo, sull'orlo dei trent'anni e de una crisi di nervi. Il classico cliché del trentenne immaturo, bello e maledetto.

D'altra parte, io ho sempre odiato i cliché, ma essendoci dentro mi son reso conto che i cliché ci sono proprio perché molti ne fanno parte, rendendoli reali. Ed io non faccio eccezione.

Il bello è che qualche mese fa non ero così, anzi, ero un baldo giovine di belle speranze, che non sarebbe sceso mai a compromessi con la vita, che piuttosto avrebbe preso ogni singolo pugno in faccia, pur di difendere i propri progetti.

Ecco, questo ERO io.

Poi, una storia finita male ed una serie di aventi hanno ribaltato tutto, ed ora ecco come SONO.

Un maiale che grufola nella propria merda, frugando qua e là per mangiare qualcosa. Carino, no?

Poi, quando mi fermo a pensare un attimo, mi torna in mente solo lei.

Alessandra...

Foto: simona84

giovedì 27 marzo 2008

Risvegli

Un cerchio alla testa. Mmmm. Che male.

Uno di quei stramaledettisimi cerchi alla teste del poi. In bocca un saporaccio, il classico sapore misto di sigarette ed amarezza, con retrogusto alcoolico. Che ti fa ricordare anche troppo bene quello che invece volevi dimenticare.

Notti brave. Notti passate col falso sorriso migliore, a trentadue denti, facendo finta che tutto ciò che sta nel cuore, in fondo, non faccia poi così male. Che la ferita profonda e slabbrata non sia altro che una vecchia cicatrice dimenticata.

Seguendo questo filo logico, mi ricadono addosso come una valanga tutti i ricordi, come se mi fossi rovesciato addosso una grande cassiettiera piena di foto. Alcune le raccolgo, le guardo, e mi sento morire.

Sorrisi. Sorrisi che sembrano veri, che erano veri, che scaldano il cuore. Che mi proiettano a quando ero felice, a quando nella mia vita tutto aveva un senso, un filo logico si stendeva sotto i miei passi e si dispiegava durante la mia esistenza.

Trattengo a stento una lacrima, cerco a tentoni un'altra sigaretta, e cerco di mettere a fuoco questa nuova giornata. Già cominciata di merda. Con un maledettissimo cerchio alla testa.


Foto: melkweg